Biblioteca Montese
Calendario manifestazioni 2017
Nuova area sosta camper
Domenica 22 maggio, è stata ianugurata la nuova area sosta camper nel centro di Montese, in via Campo del Sole.
Museo Diffuso della Linea Gotica di Montese
E' stato pubblicato sul web, il sito www.lineagoticamontese.eu che funge da piattaforma per approcciarsi al Museo Diffuso della Linea Gotica di Montese.
Il museo si snoda attraverso 23 km di percorsi nel territorio di Montese, tra borghi e boschi, arricchito di monumenti, dal museo Storico della Rocca a Montese, dal museo della Memoria di Iola, è uno dei pochi esempi del museo diffuso in Italia.
Orrido di Gea
Torre di Montese
Montese è dominata dalla torre quattrocentesca dei Montecuccoli, straordinario strumento di avvistamento e di controllo del territorio fino alla II° Guerra mondiale. Da qui, si scorgono i campanili di Montespecchio, Salto, San Martino, Maserno e Riva... le vette del Cimone, del Corno, del Cusna...
Via Romea Nonantolana - destra Panaro
Via Romea Nonantolana - destra Panaro (4° tappa)
Percorso: Gainazzo - Samone - Montalbano - Rosola - Semelano - Montese
Tempo di percorrenza: 8.00 ore (andata) - ore 7.15 (ritorno)
Dislivello (andata): 1085 m (salita) - 750 m (discesa)
Lunghezza percorso: 24,5 km
Difficoltà: escursionistico
Da vedere: chiesa parrocchiale di Gainazzo - Samone castello - borgo di Montalbano - torre di Montequestiolo - torre e borgo di Rosola - borgo di Semelano - rocca di Montese
Via Romea Nonantolana - destra Panaro (5° tappa)
Percorso: Montese - Castelluccio - Rocca Corneta - Trignano - Fanano
Tempo di percorrenza: 7.45 ore (andata) - ore 8.20 (ritorno)
Dislivello (andata): 935 m (salita) - 1106 m (discesa)
Lunghezza percorso: 26,1 km
Difficoltà: escursionistico
Da vedere: Rocca di Montese - chiesa di Maserno - oratori dei Sordi e dei Lazzari - chiesa di Castelluccio - Rocca Corneta - aspetti geomorfologici di Pizzo di Campiano e del torrente Dardagna - chiesa di Trignano - chiesa di Serrazzone - Fanano
Via dei Montecuccoli
Via dei Montecuccoli
Percorso: castello dei Montecuccoli - Renno - Gaiato - ponte Chiozzo - San Giacomo - San Martino - Montese
Tempo di percorrenza: ore 6.30 (andata) - ore 6.40 (ritorno)
Dislivello: 970 m (salita) - 985 m (discesa)
Lunghezza percorso: 24,5 km
Difficoltà: escursionistico
Da vedere: castello dei Montecuccoli - pieve di Renno - rocca di Gaiato - San Giacomo - San Martino - rocca di Montese
Via dei Montecuccoli Variante Maserno
Percorso: mulino di San Martino - Riva di Biscia - Maserno
Tempo di percorrenza: ore 1.30 (andata) - ore 1.10 (ritorno)
Dislivello: 350 m (salita) - 2 m (discesa)
Lunghezza percorso: 5 km
Difficoltà: escursionistico
Da vedere: mulino di San Martino - oratorio di Riva con affreshi del XV sec. - chiesa di Maserno
Via dei Montecuccoli Variante Castelluccio
Percorso: mulino di San Martino - Montespecchio - rio Dardagnola - Castelluccio
Tempo di percorrenza: ore 3.20 (andata) - ore 2.50 (ritorno)
Dislivello: 730 m (salita) - 318 m (discesa)
Lunghezza percorso: 12,5 km
Difficoltà: escursionistico
Da vedere: mulino di San Martino - chiesa di Montespecchio - ofiolite Sasso dei Caroli - chiesa di Castelluccio.
Affreschi di S. Rocco
L'abside dell'oratorio era, all'origine, probabilmente una cappellina con tetto a capanna e con pavimento rialzato rispetto all'attuale. Era luogo di sosta per i pellegrini come si evince dalla toponomastica (S. Giacomo, S. Martino), dalla rappresentazione dei protettori dei viandanti: S. Rocco e S. Giacomo e dalle scritte sulle vesti di S. Lucia, S. Rocco e Giobbe. Nella parete di sinistra sono ritratti S. Lucia, S. Rocco, in quella centrale S. Antonio, Madonna con Bambino, S. Giacomo ed in quella di destra Giobbe.
S. Lucia sostiene una coppa che contiene gli occhi, simbolo di questa santa, patrona contro le malattie della vista, contro gli incendi e protettrice degli allevatori di bovini. Il libro che tiene invece nella mano sinistra è un simbolo meno frequente che l'accompagna. S. Rocco presenta la piaga nella gamba sinistra e la tipica tenuta da viandante: il S. Rocchino, ossia mantello, bastone, cappello e borraccia per l'acqua. Egli era il protettore dei pellegrini ed era contro la peste.
S. Antonio indossa il saio da frate, ha una barba fuente ed una campanella pende dalla mano destra, su cui poggiano le Sacre Scritture da cui scorga il fuoco.
La Madonna tiene delicatamente in braccio il Bambino, adornato con una collana ed un bracciale, che stringe nella mano destra un uccellino.
S. Giacomo, patrono dei pellegrini, dei cappellai, dei calzolai e dei sofferenti di malattie reumatiche, viene rappresentato con gli elementi tipici del viandante: bastone, cappello e Sacre Scritture.
Giobbe, patrono degli ospedali e dei lebbrosari, è posto su un triclinio e sostiene uno scettro, mentre viene colpito dai supplizi imposti da Dio. A lui ci si affidava per ottenere la guarigione dalle malattie della pelle, dalla sifilide (chiamata anche mal di Giobbe) e dalla scrofola.
Tutte le figure di questo affresco, datato prima metà del XVI sec., sono un esempio raro di stile emiliano in Appennino.*
*AA.VV., I Montecuccoli di Ranocchio e S. Martino. La chiesa di S. Giacomo e gli affreschi dell'oratorio di S. Rocco, Quaderni storici di Montese (7), Tipografia Azzi, Pavullo nel F., 2013
Oratorio di San Rocco
L'oratorio di S. Rocco fu eretto nel 1632 da don Giacomo Nardi, ampliando una preesistente cappella aperta ed affrescata probabilmente nella prima metà del XVI sec. Nella mensa dell'altare maggiore si trova l'iscrizione che ci permette di datare questa costruzione: Ego Jacobus Nardus Rector Ranochi hoc oratorium d (ivi) Rochi aerare p(ro)pio erexi idem (que) eccl.e pa/rochiali aggregavi an(n)o 1632.
Come ricorda don Emilio Bernardi nel suo libro Cenni storici intorno alla Plebana di Maserno e sua Congregazione: Cessato, come Dio volle, la pestilenza che nel 1630 desolò anche queste montagne, il rettore di Ranocchio D. Giacomo Nardi con vero spirito di religione e carità, pensò subito a far costruire un bell'oratorio a nore di S. Rocco Patrono speciale contro siffatti flagelli, e a far fiorire sul suo popolo la divozione verso quel Santo; divozione che si conserva anche al presente, ed ogni anno, il 16 Agosto, vi si celebrano feste solenni.
L'oratorio fu ampliato e vi fu aggiunto il campanile nel 1902. Don Leonardo Monterastelli scriveva nel 1904: Detto Oratorio era piccolo e fuori di proporzione... per mia iniziativa fu allungato (ora è lungo 9 m) e restaurato tutto a nuovo: lo abbellì Aristide Tarlati... Fu ampliato anche il presbiterio dell'altare della Madonna... Nel 1904, furono fuse 4 campane su cui furono incise le seguenti parole: Turris erecta, templum refetcto, concordia populi (dopo aver finito il campanile, rifatta la chiesa, tutto il popolo concorde, furono fuse le campane), fulmina frango (spezzo i fulmini), funera plango (piango ai funerali) e dissipo ventos (faccio andare via il vento).
Nell'inventario parrocchiale del 1675, si dichiara: Il sudetto Oratorio posto nela terra di Ranochio dalla banda verso ponente, in locho detto a S. Rocho, in mezzo di due strade comuni, con il suo campanilino sù la muraglia di detta Chiesa con la sua campanella... Nel quale Oratoria vi è un altar solamente con la pittura della Beatiss:a Verg: in faccia nella muraglia, e con altre pitture intorno cioè S. Giacomo, S. Antonio Abate, S. Rocho, S. Lucia e S. Giob.*
Questi affreschi sono un esempio raro di stile emiliano dell'Appennino.
*AA.VV., I Montecuccoli di Ranocchio e S. Martino. La chiesa di S. Giacomo e gli affreschi dell'oratorio di S. Rocco, Quaderni storici di Montese (7), Tipografia Azzi, Pavullo nel F., 2013.
Comuni all'epoca dei Montecuccoli
Index
Ogni Comune del territorio di Montese si autogestiva e manteneva rapporti diretti con il feudatario ed il duca estense.
L'utogestione si sviluppava su 3 livelli:
- autonomia amministrativa
- autonomia finanziaria
- autonomia militare.
Il comune aveva degli organi amministrativi elettivi o estratti a sorte:
- il massaro era il tesoriere e l'esattore dei tributi; aveva il compito di pagare le imposte dovute alla gabella ed alla salina, ritirava il sale e lo distribuiva alla popolazione; aveva l'incarico di denunciare coloro che infrangevano la legge; doveva presentare un rendiconto annuale del proprio operato
- sindaci avevano la rappresentanza del comune, ma non erano sempre presenti
- consiglieri erano gli uomini del bussolo: ogni 2 anni, da un elenco che comprendeva gli abitanti più abbienti del feudo, si estraeva a sorte il nominativo per questa carica.
C'erano poi coloro che erano nominati dal consiglio:
- il cancelliere, di solito un notaio, che aveva il compito di redigere i verbali delle sedute del consiglio;
- il saltaro, ossia la guardia campestre che controllava che gli animali non danneggiassero campi e castagneti
- il campanaro che si occupava delle campane e dell'orologio pubblico, se c'era.*
* S. Santagata, La storia e le storie delle terre montesine: I personaggi, gli avvenimenti, le gesta che hanno caratterizzato le epoche la cultura il paesaggio (ambientale e umano) di questo territorio, Montese 17 gennaio 2013